La Fondazione Simone Cesaretti promuove:
IL COLORE DEL FUTURO
Concorso ispirato alla ricerca di Eccellenze della sostenibilità del benessere.
“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma di arte che si possa desiderare”
Andy Warhol la pensava così.
Parlava certamente di un mondo su cui si camminava e che non si calpestava ancora; quando la lunga falcata del processo di globalizzazione, ancora emergente, puntava al futuro senza riserve, senza particolari timori. Quella era la sua terra. La terra di un uomo che apparteneva ad un mondo ancora piccolo, il mondo di ieri.
Oggi come si direbbe in linguaggio gergale, è tutta un’altra storia, forse a tratti ridondante. In certi punti poi le maglie del racconto sono così sottili che si fa fatica a leggerne la trama. Eppure noi della Fondazione Simone Cesaretti vogliamo leggerci speranza, perché sentiamo che una coscienza sostenibile non è così lontana dal raggio d’azione delle nostre vite, essa esiste ed è in ognuno di noi,basta scardinarla, emanciparla dai lacci dell’inconsapevolezza e della disinformazione. Pertanto noi della Fondazione Simone Cesaretti sosteniamo che “aspetto cruciale” del nostro lavoro si esplichi nel recupero di quei valori universali che non dovrebbero prescindere da ogni forma di benessere sostenibile. In quest’ottica la categoria giovani rappresenta il cardine di un ingranaggio complesso. I nostri giovani appartengono innanzitutto ai loro sogni, alle loro cattive giornate, a quest’era mediatica, aggressiva, precaria e sempre più spesso ai discorsi dissacranti che li vedono protagonisti. D’altro canto ci sembra opportuno sottolineare quanto i giovani abbiano pagato e continuino a pagare il prezzo più alto della precarietà. Da qui la necessità per la Fondazione Simone Cesaretti di creare un “Sistema giovani” proiettato a pieno titolo nel più ampio progetto di una nuova società globale, regolata da leggi e norme che ne individuino i confini. Un “Sistema giovani” capace di diventare punto di riferimento nella società. In tal senso un giovane meritevole, portatore di cambiamento ed innovazione, dovrà potersi esprimere avendo la possibilità di partecipare e progettare il suo mondo, inseguendo il suo benessere, perseguendo i suoi sogni. Sogni sostenibili? Se non altro spendibili nel tempo e nel contesto in cui vive, che dovranno procurargli un benessere ed una soddisfazione duraturi. Lui in cambio, offrirà competenza e rispetto per tutto ciò che lo circonda, nutrendo costantemente quella coscienza sociale che fa di ognuno di noi, un cittadino del mondo.
Certamente siamo di fronte ad una visione del domani coraggiosa nonché auspicabile, che ci porta a credere che “Il colore del futuro” siano i giovani e che la strada verso il proprio benessere divenga finalmente un sentiero percorribile.
Da qui “Il futuro del colore”: appunto il benessere che ognuno desidera per se stesso e per gli altri. Benessere certamente inteso come ottimizzazione dei propri desideri, come la reale opportunità di afferrare ciò che ci rende felici e conservarla nel tempo. Benessere inteso come la strada maestra verso cui indirizzare i propri sforzi, a cui aspirare scandendo il ritmo delle proprie giornate, sentendosi vivi, riconoscendosi in una società che avrà, finalmente, smesso di fare del tempo un moto perpetuo della sua insostenibilità.
Le persone, l’ambiente, la società, rappresentano il perimetro della nostra esistenza. In tal senso la mera conquista del proprio piacere a scapito del contesto non è sostenibile. La vera sfida è uscire da una visione intimista e limitante di benessere affinché questa generazione di giovani lo riconosca, lo individui in un rapporto armonico fra la propria soddisfazione e il bisogno sociale, fra se stessi e il confronto con l’alterità. La vera sfida è sfuggire ad una logica di mercato fuorviante che mal orienta il giovane. Senz’ altro c’è una buona dose di responsabilità sociale in quanto sinora affermato e, ne andrebbe dei nostri principi, se non dicessimo che il futuro appartiene a chiunque voglia costruire il suo piccolo, grande, pezzo di vita in armonia con tutto ciò che lo circonda. Eppure non basta. Non basta per mischiare di nuovo le carte, per ricominciare. Per andare nella direzione di un nuovo progetto di società sostenibile bisogna che siano i giovani ad individuare tra loro dei talenti: giovani talenti che facciano da architrave al domani. Una sorta di stelle polari da seguire e/o da emulare, veri e propri esempi positivi da sostituire a quello che c’ è in giro, perché non ce ne vogliate, ma in giro c’è di tutto, ed è tutto uguale: un abbondanza di stereotipi del niente. Una specie di dark room, una zona out per il pensiero, dove la miriade di stelle polari che risiedono nel talento inespresso non brillano perché completamente oscurate dal nero del nulla. Allora i giovani dovrebbero riorganizzarsi, reinventarsi, trovare dei modelli, gente come loro che faccia da apripista, che si spinga lontano, verso un benessere sostenibile. Perché è questa la vera rivoluzione. Il criterio per cui siano i giovani e soltanto loro ad individuare fra loro i migliori e non ci sia nessun vecchio santone a dirgli cosa fare: tutto ciò ha un che di rivoluzionario perché li responsabilizza, li tempra, li prepara ad affrontare quello che c’è fuori. In questo modo torna tutto nelle mani dei nostri, dei vostri figli: giovani talenti, o meglio eccellenze che attraverso il proprio lavoro mettano in campo nuovi paradigmi, capaci di incidere sulle determinanti del benessere. Giovani eccellenze che siano in grado di costituire e regolamentare la nostra idea di Sustainability Empowerment ovvero,“la capacità di rendere il diritto alla sostenibilità principio costitutivo di un nuovo progetto di società”. Non ultime, giovani eccellenze che promuovano una cultura della sostenibilità dando voce ai propri sentimenti, alla propria sensibilità, che sappiano colorare il futuro senza sporcare, senza svilire ogni giorno nell’indolenza o nella frustrazione. La storia ci dice come la vita, quella più semplice, abbia dato origine al mondo; la vita ci insegna che la storia del mondo è nelle persone, in ogni singolo contributo umano, nello sforzo collettivo ed individuale di chi è stato responsabile di una svolta, di chi ha saputo dare o, talvolta, restituire un significato profondo alle nostre identità. Quello che stiamo tentando di dire è che dobbiamo costruire e poi proteggere il futuro: supportare i giovani protagonisti di domani, gli autori di un svolta. È a questo punto che ci siamo chiesti come poter aiutare le giovani eccellenze ad emergere, come dar voce a chi resta in sordina, messo all’angolo da un sistema che non ne riconosce il talento. “Dar voce” a chi, attraverso il suo contributo, il suo lavoro, ha intrapreso il percorso verso una nuova idea di società, mettendo se stesso al centro di una visione innovativa del concetto di benessere sostenibile. È con questo spirito che la Fondazione Simone Cesaretti lancia il premio “Il colore del futuro”, un’occasione in cui i giovani partecipanti avranno l’opportunità di “raccontarsi”. Siamo dunque alla ricerca di chi attraverso “Il colore del futuro” meglio ci faccia scorgere “Il futuro del colore”. Volendo enfatizzare al massimo quel che si è detto fin qui potremmo affermare, con grande entusiasmo, di essere alla ricerca del giovane che guarda al domani con fiducia confezionando la sua vita per farne un dono al mondo. Forse siamo ambiziosi?
Si. È ufficiale. Non a caso puntiamo all’eccellenza.
Il concorso
Da qualche tempo il concetto di sostenibilità del benessere entra a pieno titolo nelle discussioni che coinvolgono la vita pubblica e privata della società. La Fondazione Simone Cesaretti mette in campo una strategia di Sustainability Empowerment, ovvero “la capacità di rendere il diritto alla sostenibilità principio costitutivo di un nuovo progetto di società”. Sosteniamo da anni che tale strategia non possa prescindere dalla definizione di nuovi paradigmi capaci di incidere sulle determinanti del benessere, secondo un approccio responsabile e condiviso. L’intenzione del concorso risponde quindi ad una precisa esigenza: quella di individuare progetti innovativi (eccellenze) che siano in grado di offrire soluzioni tecnico scientifiche, normative, o che promuovano attraverso un approccio culturale il concetto di benessere sostenibile.
Ai candidati si chiede di esprimersi attraverso la produzione di immagini che sappiano proporre una visione innovativa del concetto di benessere sostenibile. In tal senso per adeguare al meglio il mezzo di comunicazione da noi selezionato, ovvero la fotografia, al nuovo paradigma, ai candidati è richiesto di allegare alla foto una presentazione dettagliata del contenuto della stessa al fine di valutarne le potenzialità, il potere evocativo e, non ultimo, l’impatto sul tema. Pertanto ci sembra opportuno precisare che non si tratta di un concorso di proposte creative, bensì di una vetrina per far conoscere e poi premiare nuove eccellenze della sostenibilità del benessere.
Il concorso “IL COLORE DEL FUTURO” bandito dalla Fondazione Simone Cesaretti è rivolto a tutti i giovani inoccupati fino a trentacinque anni che potranno cogliere un’occasione importante per mettersi in mostra, portando al centro della scena i progetti più innovativi e talentuosi fra tutti quelli presi in considerazione.
Maria Carmen de Angelis - Comunication Manager Fondazione Simone Cesaretti
Per informazioni scrivere a: premio@fondazionesimonecesaretti.it