“Dare a tutti la possibilità di progettare il proprio futuro. È questo il significato più profondo di sostenibilità”
(G.P. Cesaretti, 2017)
Questa è la riflessione che ci ha spinto a partecipare al progetto formativo “Green Economy e Social Development”, il cui soggetto proponente è la Casa di Reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi e i destinatari sono 20 tra i suoi ospiti.
La formazione è riconosciuta da tutti come uno strumento indispensabile per favorire una crescita personale e acquisire competenze necessarie a poter cogliere le opportunità che il futuro ci riserva. Ciò è ancor più vero se ci riferiamo a persone che hanno commesso degli errori e dovranno reinserirsi nella società.
Il Progetto “Green Economy e Social Development” nasce proprio con l’obiettivo definire un percorso formativo professionalizzante, per far acquisire ai partecipanti delle competenze spendibili sul libero mercato. Per il risultato dell’iniziativa si è puntato a coniugare i cambiamenti degli scenari competitivi in cui le imprese operano e i fabbisogni professionali che ne derivano con la proposta di modelli formativi adeguati.
In tale ottica, si è ritenuto utile puntare sulla Green Economy, intesa come un’economia che genera un miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale, riducendo in modo significativo i rischi ambientali e l’uso delle risorse naturali, applicata in uno dei settori portanti dell’economia italiana l’agroalimentare.
Uno dei requisiti necessari per la definizione di un percorso professionalizzante è conformarsi alle competenze richieste nelle qualifiche del catalogo regionale. Tra le tante, si è deciso di scegliere quale figura di riferimento il “Tecnico del controllo della produzione e della qualità alimentare” e l’impegno del partenariato è stato riuscire curvare questa qualifica del repertorio regionale alla domanda delle imprese agroalimentari di professionalità capaci di gestire processi/prodotti compatibili con il perseguimento della sostenibilità ambientale.
La Fondazione insieme al partenariato si è impegnata nella scelta dei docenti per la realizzazione dei moduli formativi (400 ore). Per la riuscita del corso era importante assicurare non solo competenze tecniche ma anche una buona esperienza nel gestire le lezioni in modo non formale, sostenendo il learning by doing.
Il gruppo di Docenti proposto dalla Fondazione
- Pier Antimo Carlino – CV
- Emilio Caprio – CV
- Prospero Di Pierro – CV
- Gennaro Di Prisco
- Giuseppe Fedele
- Luca Antonio Langellotti – CV
- Antonio Veneruso
Alcune testimonianze
“Entrare per la prima volta in una casa di reclusione provoca sensazioni difficilmente descrivibili. Questo vale con tutta probabilità sia per chi deve scontare le sue pene sia per chi è impegnato a qualsiasi titolo alla cura e custodia dei detenuti. Trasferire saperi e conoscenze tecnico pratiche in questo contesto non solo rafforza la funzione rieducativa della pena garantendo una riduzione delle recidive e una facilitazione al reinserimento sociale ma nutre anche la mente duramente provata di chi si trova in una situazione di isolamento forzato”
(Luca Antonio Langellotti)
L’esperienza di docenza svolta presso la casa di reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi ha arricchito in modo considerevole la mia esperienza didattica andando a stimolare la ricerca di nuovi approcci didattici utili a stimolare l’attenzione e stimolare persone che hanno dimostrato di avere buone capacità se ben stimolate.
(Prospero Di Pierro)
Spero di aver trasferito ai ragazzi (si, sono bambinoni cresciuti la maggior parte di loro, in senso buono) almeno il 50% di ciò che essi hanno trasferito a me. E non mi riferisco agli aneddoti furbeschi (così si ritenevano, per loro stessa ammissione) che li hanno condotti in carcere, ma alla dignità, umiltà e onestà con cui stanno scontando gli errori che hanno generato una pena meritata.
Grazie ragazzi, anche per avermi aiutato a evolvere le metodologie didattiche tradizionali adattandole a contesti di disagio ed inclusione sociale.(Pier Antimo Carlino)
Tutti i detenuti hanno dimostrato serietà ed interesse per la disciplina testimoniate dalla crescente curiosità che si evinceva dalle domande poste, dal modo critico con cui sono state seguite le lezioni sia teoriche che pratiche e dalla buona capacità di interazione con i docenti.
Presso la Casa Circondariale di Sant’Angelo dei Lombardi l’apicoltura costituisce una realtà che offre ai corsisti possibilità di sviluppare capacità di impegno, di ampliare la conoscenza sul mondo degli insetti utili e sul rispetto ambientale, nonché di offrire delle concrete possibilità di impiego in un settore da anni in forte espansione come quello dell’Apicoltura.
Dare la speranza, l’opportunità ed il sorriso a persone che nella vita hanno sbagliato ma hanno la volontà di reinserirsi nel tessuto sociale è un altro piccolo ma grande successo che la famiglia degli Apicoltori Italiani, in collaborazione col ruolo primario degli operatori sociali delle strutture coinvolte, può offrire.(Emilio Caprio)